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7/15 dicembre 2013
Museo del Frantoio, Parco Archeologico di Scolacium
Roccelletta di Borgia (CZ)
“Olivadi in… mostra”-
Gianni Casalinuovo
“Censure Distratte”
Con una sequenza di opere inconsuete, distinte ma inseparabili, che si susseguono in una sorta di frenetico zapping visivo, Gianni Casalinuovo conferma i presupposti formali e concettuali della sua ricerca. Il lavoro dell’artista si pone come una riflessione impegnata sulla dimensione dell’io individuale e collettivo, sui cliché e gli stereotipi dell'immaginario mediale.
L’uso combinato della pittura e di materiali particolari -
Colori accesi e toni tenui, avvolti da impalpabili atmosfere, evidenziano la concretezza delle immagini senza inoltrarsi nel descriverle: tracce di sguardi che portano allo scoperto un umorismo provocatorio e carico di spleen da agrimensore insoddisfatto dalla freddezza delle regole.
Si tratta, però, di opere che non risolvono la possibilità di essere fruite in quei segni, materiali e immagini stesse di cui si compongono. Le opere, infatti, attraverso l’interpretazione dell’artista diventano un pretesto per stimolare l’osservatore ad andare oltre gli orizzonti immediati. La realtà non é rappresentata per come appare: é scandagliata, penetrata, bisturizzata e quello che alla fine emerge é quanto viene solitamente occultato e censurato dall’abitudine, dalla prevedibilità o dalla vuota solennità dell’apparenza.
Le immagini di Casalinuovo, anziché come formalizzazioni definite di una sostanza culturale e intellettuale in cui si fondono conscio e inconscio, reale e irreale, razionale e irrazionale, vanno lette come contenitori fluidi di quel processo creativo e critico che diventa il filo attraverso il quale si attua la comunicazione tra l’immagine e l’osservatore.
Il titolo Censure distratte é sicuramente attinente alle opere esposte. Un titolo che rimarca l’importanza del momento in cui si azzerano e censurano i liberi pensieri e l’evoluzione dei costumi.
A cura di Francesca Londino, critica e curatrice d'arte.
Si firma Attrezzo o Eliah (anche entrambi, in alcune opere), architetto, grafico e illustratore, artista poliedrico.
Autodidatta, inizia l’attività pittorica nei primi anni settanta con ritratti di neri su tela e riproduzioni di opere della storia dell’arte. Si iscrive e si laurea in architettura a Roma dove, negli anni settanta, partecipa a mostre estemporanee e collettive, ottenendo vari riconoscimenti della critica (primi premi e svariate segnalazioni con l’Associazione Cento Pittori di Roma, la Rivista delle Nazioni, ecc).
Lavora come grafico pubblicitario e illustratore, pubblicando raffinati disegni a penna su Rassegna sindacale (rivista settimanale della CGIL) e sulla rivista della FLM fino ai primi anni 80, poi si dedica al “mestiere” di architetto, prima a Roma, poi in Calabria. Attorno al 2000 riprende l’attività artistica.
Presenta le sue opere su tela o tavola telata, all’insegna della “banalizzazione” formale e della sperimentazione sia esteriore che tematica, con uso di ogni materiale della realtà quotidiana per creare arte-